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L'Arena di Verona: il ''piccolo Colosseo'' veronese

L'Arena di Verona: il ''piccolo Colosseo'' veronese

Arena di Verona, il famoso anfiteatro veronese.

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Verona, meravigliosa città che dà nome all'omonima provincia, è un centro abitato intrinseco d'arte, cultura e storia, dai tempi dei romani, a Romeo e Giulietta. Viene spesso definita "piccola Roma", per via dell'abbondanza e dello stato di conservazione dei suoi reperti. Come la "sorella maggiore" infatti, anche Verona, ha il suo "piccolo Colosseo", noto a tutti come l'Arena. Rispetto alla costruzione laziale, l'Arena di Verona è grande meno della metà, ma, quasi non curante della propria età, continua tutt'oggi ad essere utilizzata per spettacoli di ogni tipo, soprattutto musicali.


La storia dell'Arena di Verona

A partire dalla sua fondazione, avvenuta nel I secolo a.C., Verona divenne una città ricca e popolosa inseguito alla sua posizione strategica tra le vie di comunicazione più importanti del nord Italia. Fu così che nel corso di un secolo, si dotò di grandi edifici monumentali: palazzi pubblici, templi e luoghi di intrattenimento.


Gli spettacoli dei Gladiatori

Nel corso del tempo, in tutti i territori dominati dai romani, si erano ormai diffusi i combattimenti tra gladiatori, lotte cruenti in cui dei combattenti, si battevano tra loro per dare spettacolo al pubblico, spesso in scontri all'ultimo sangue. Le lotte cruente avevano avuto origine in Etruria o Campania, forse come rituale funebre, ed in breve si erano trasformati in pura forma di spettacolo, amatissima dagli spettatori. I politici utilizzavano gladiatori, venationes, naumachie per ottenere consenso pubblico e placare il dissidio sociale. Imperatori e magistrati locali, facevano a gara a chi offriva spettacoli sempre più grandiosi ed elaborati.
Chiaramente, per raccogliere le folle che accorrevano ad assistere ai combattimenti, venne progettato un apposito edificio: l'anfiteatro. Gli architetti di Roma, avevano preso il teatro greco e poi raddoppiato, posizionandone uno di fronte all'altro per poi unirli, formando una struttura ellittica. L'azione prendeva luogo al centro, mentre il pubblico sedeva attorno alle gradinate dallo sviluppo concentrico.
Nel corso di poco, l'anfiteatro divenne uno degli edifici indispensabili in ogni città sparsa nell'Impero, assieme alle lotte di gladiatori, tenute dentro questi monumentali edifici. Divenendo irrimediabilmente uno dei caratteri rappresentativi dell'antica cultura romana. Gli archeologi calcolano che nel corso del tempo, ne sono stati costruiti circa 200, con molti di questi ancora ben conservati.


La Costruzione dell'anfiteatro veronese

Come nei nostri attuali stadi, dalle gradinate degli anfiteatri, il pubblico sosteneva i propri beniamini con grida ed esultanze. Erano all'ordine del giorno risse per il posto a sedere o disaccordi su di una decisione arbitrale.
La presenza di animali selvatici, l'abbondanza di sangue ed il conseguente accumulo di carcasse e cadaveri, rendevano questi edifici avvolti da un odore nauseabondo. Era per questo motivo che venivano eretti non in prossimità delle zone abitate.
A Verona, l'Arena venne realizzata fuori dalla zona residenziale, 60-70 metri a sud delle mura che cingevano l'ansa dell'Adige, alla medesima distanza da porta Borsari e porta Leoni, i due accessi principali alla città in quel tempo. In questo modo, era inoltre di facile accesso anche per chi proveniva dal Lago di Garda, dalla Valpolicella o da uno dei numerosi insediamenti situati attorno a Verona. Vedere questo edificio stagliarsi in mezzo alla pianura, fronteggiando le mura cittadine, garantiva senza dubbio una visione impressionante.


La Pietra di Verona

Costruzioni così colossali, richiedevano immensi quantitativi di materiale edile. Ingegneri ed architetti romani erano molto pratici e flessibili nell'adattare i loro progetti alla conformazione del terreno e al materiale che, localmente, potevano avere a disposizione.
Per l'Arena di Verona, venne impiegata la pietra della Valpolicella, il cosiddetto Rosso Verona. Questa, una pietra calcarea di cui è composta la catena montuosa a nord di Verona, i Lessini. È un materiale ottimo per la costruzione: compatto, resistente e facile da estrarre. Conosciuto nell'antichità ed impiegato ancora oggi per le sue qualità, incluso il colore, che, a seconda delle cave, va dal bianco latte al rosso intenso.


La Scuola dei Gladiatori

Uno scavo archeologico, svolto in precedenza, aveva portato alla luce i resti di un grande edificio costruito a fianco dell'Arena, dove sorge oggi il municipio veronese. Secondo gli studiosi, poteva trattarsi della scuola dei gladiatori, luogo dove i protagonisti di questi antichi spettacoli, si allenavano e vivevano in semi-reclusione.


Mura Gallieno

Nel 265 d.C. gli Alemanni, una popolazione barbarica insediata a sud ovest dell'attuale Germania, varcò i confini dell'impero con intenzioni bellicose. Verona si trovava proprio sulla linea della loro avanzata. Ma quasi tre secoli di pace avevano reso inservibili le sue mura di cinta. In soli sei mesi l'Imperatore Gallieno, riuscì a restaurare le difese della città.
In questa occasione venne inglobata anche l'Arena, che fino a quel momento era rimasta all'esterno. Il motivo non era tanto la volontà di preservare il monumento, che non era certo di grande interesse per i barbari. L'Arena, con i suoi 30 metri di altezza, costruita a ridosso della città, sovrastava le mura difensive di quasi 20 metri. I nemici avrebbero potuta occuparla come una roccaforte e utilizzarla per controllare cosa succedeva dentro Verona e come punto sopraelevato di attacco.
È probabile che in questa occasione sia iniziato lo smantellamento di parte del muro più esterno dell'anfiteatro, sia per abbassarlo che per utilizzarne i blocchi di pietra nel restauro della cinta muraria.
Il ritrovamento di una chiave di volta con numero inciso di uno degli ingressi dell'Arena inglobato del muro di Gallieno sembrerebbe confermare questa ipotesi.


L'Opera

Nel 1913 si tenne la prima rappresentazione operistica all'interno dell'Arena. La leggenda dice che il tenore Giovanni Zenatello stava visitando l'Arena con alcuni amici quando questi gli chiesero di cantare qualche aria. Si resero subito conto della buona acustica dell'antico luogo di spettacolo e nacque all'ora l'idea di tenervi un'opera. In realtà l'Arena veniva già utilizzata da alcuni anni per spettacoli e concerti musicali.
Per la realizzazione di un'intera opera si scelse l'Aida di Verdi, che con le sue scenografie spettacolari si prestava alla monumentalità del luogo. Fu un grande successo e si decise perciò di renderlo un appuntamento annuale che si è trasformato in un importante festival internazionale, che continua ininterrottamente, se si escludono gli anni delle due guerre mondiali, da allora. Vi hanno cantato artisti celebri come Maria Callas, Pavarotti, Placido Domingo.


L'Arena Oggi

L'uso dell'Arena per eventi e spettacoli nel corse degli ultimi quarant'anni si è intensificato sempre di più. All'opera si sono aggiunti i concerti di musica pop, jazz, rock, alcune manifestazioni sportive come l'arrivo del Giro d'Italia, la Rassegna Internazionale dei Presepi che a lungo si è tenuta al suo interno, e persino cene di gala e spettacoli di pattinaggio su ghiaccio. Alcuni di questi spettacoli vengono non di rado trasmessi sulla TV nazionale.
L'edificio è tenuto costantemente monitorato ed è oggetto di restauro e ricerche archeologiche.
In epoca romana lo spettacolo si svolgeva al centro con il pubblico sistemato tutto attorno. Oggi l'Arena è adibita a teatro. Da un lato viene montato un palco e si allestiscono le scenografie mentre il pubblico siede a semicerchio dal lato opposto. Una parte dell'arena (area di combattimento) viene utilizzata come platea. Questo utilizzo riduce la capienza dell'anfiteatro (non vengono infatti utilizzate le gradinate dietro il palco). A seconda delle dimensioni dell'allestimento si va dai 15.000 ai 17.000 spettatori.
Da ottobre ad aprile, infatti, è possibile ammirare il suo aspetto originale, senza le sedute, la platea ed il palco installati a maggio per la stagione delle opere e degli spettacoli. Il suo interno si presenta come un ellisse di gradinate interrotte da "vomitori" per l’ingresso e l’uscita degli spettatori che sovrastano l’antica area centrale, sabbiosa per poter assorbire, un tempo, il sangue dei combattimenti gladiatori. La cavea è costituita da tre file di corridoi, mentre l’esterno non si presenta nel suo aspetto originale. Un terremoto avvenuto nel 1117 infatti distrusse la maggior parte dell’anello esterno che circondava l’anfiteatro, lasciando intatta solamente l’attuale Ala.


La Leggenda

Per spiegarsi come fosse stato possibile realizzarla nacquero numerose leggende. La più celebre è quella del patto col diavolo. Essa narra di un uomo in carcere la notte prima della condanna a morte per un delitto cruento. Pur di salvarsi il condannato è disposto a fare un patto col demonio. Questo gli appare e gli suggerisce il piano. L'uomo chiede di parlare con il governatore della città. In cambio della grazia in una sola notte costruirà l'edificio più grande e magnifico della città dove i veronesi potranno assistere a giochi e spettacoli.
Incredulo il governatore accetta e appena cala la notte tutti i diavoli dell'inferno si mettono all'opera per costruire un gigantesco anfiteatro. Col passare delle ore l'uomo si rende conto di quanto sia insensato l'accordo che ha stretto con il demonio. Per avere qualche anno di vita in più ha condannato la sua anima immortale per l'eternità.
Si rivolge quindi alla Vergine Maria, pregandola di sciogliere l'accordo scellerato. La Madonna dà ascolto al suo pentimento e anticipa di qualche ora il sorgere del sole. Il gallo canta e i lavoratori iniziano a uscire di casa per recarsi ai campi e alle botteghe. I diavoli che avevano calcolato i tempi di lavoro per completare l'opera indisturbati nascosti dalle tenebre della notte devono dileguarsi lasciando l'anfiteatro incompiuto. Veniva così spiegata la presenza dell'ala dell'Arena.


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